Le disfunzioni sessuali sono dovute all’alterazione di una o più fasi del ciclo sessuale (desiderio – eccitazione – orgasmo – risoluzione). Alla base di queste disfunzioni vi possono essere varie cause che vanno da problemi psicologici fino a vere e proprie alterazioni anatomiche dovute all’invecchiamento dei tessuti o a precedenti traumi o interventi chirurgici. Molto spesso, alla base di questi disturbi vi è l’associazione di più cause che richiedono la valutazione da parte di più specialisti. Per questo nel nostro Centro ci avvaliamo della collaborazione di vari specialisti esterni come endocrinologi e psicologi che contribuiscono ad una completa valutazione di ciascuna paziente ed alla determinazione di un programma terapeutico personalizzato.
Questa disfunzione può essere legata a diverse cause come la presenza di problemi psicologici, di alterazioni ormonali, all'utilizzo di anticoncezionali ed anche alla riduzione del trofismo vaginale. In presenza di un calo del desiderio è sempre opportuno valutare attentamente la possibile presenza di problemi a livello vaginale prima di concentrarsi sull’aspetto psicologico.
La presenza di alterazioni del trofismo vaginale o di alterazioni anatomiche come il cistocele, il colpocele o l’isterocele possono condizionare la risposta sessuale e quindi ridurre anche il desiderio. Oltre al ripristino di una anatomia normale attraverso procedure chirurgiche o riabilitative, è oggi possibile intervenire sul trofismo del tessuto mucoso vaginale attraverso le tecniche di biorivitalizzazione vaginale e quindi andare a migliorare la fase del desiderio sessuale. Nel nostro Centro in presenza di disturbi sessuali prima di stilare un programma terapeutico personalizzato eseguiamo sempre prima una completa valutazione fisica a cui associamo, quando necessario, una visita endocrinologica e una valutazione psicologica.
Tra le disfunzioni sessuali la presenza dolore durante i rapporti o dispareunia è una tra le più frequenti soprattutto in giovane età. La presenza di dolore vaginale o pelvico può portare da una riduzione della soddisfazione sessuale con alterazioni della fase dell’orgasmo fino ad arrivare all’impossibilità di avere rapporti per una difficoltà persistente o ricorrente alla penetrazione al di là della volontà della donna.
Alla base del dolore durante i rapporti vi sono una varietà di condizioni che possono essere presenti singolarmente o associate tra di loro:
La contrazione involontaria dei muscoli perineali che circondano il terzo esterno della vagina che prende il nome di vaginismo. In questi casi le altre fasi della risposta sessuale possono essere mantenute se non viene tentata la penetrazione, anche se sovente compaiono sintomi ansiosi correlati alla paura di provare dolore, che possono compromettere la possibilità di provare piacere e limitare fortemente l’attività sessuale.
Normalmente questa alterazione viene efficacemente trattata attraverso tecniche non invasive come la riabilitazione del pavimento pelvico, l’utilizzo di terapia ad ultrasuoni o l’infiltrazione dei muscoli con farmaci miorilassanti.
Il prolasso dell’utero o della cupola vaginale e della vescica possono portare a dolore durante i rapporti non solo per l’occupazione di spazio all’interno del canale vaginale ma anche indirettamente per l’aumento dell’incidenza di infezioni vaginali o vescicali o per lo stiramento dei nervi pelvici. La loro correzione deve essere sempre valutata in presenza di dolore pelvico o vaginale durante i rapporti.
Il dolore pelvico cronico è una patologia di difficile gestione che può avere molteplici cause e che spesso condiziona l’attività sessuale. Questa condizione è di solito conseguenza di lesioni nervose a seguito di interventi chirurgici o della gravidanza e del parto ma può anche insorgere spontaneamente. Il trattamento di questo dolore cronico prevede oltre alla correzione delle cause anatomiche ove queste siano identificate anche il trattamento del dolore attraverso le moderne tecniche di terapia antalgica.
Altre cause del dolore durante i rapporti possono essere la presenza di cicatrici di pregressi interventi chirurgici oppure dell'episiotomia o di lacerazioni durante il parto. In questi casi il dolore può essere legato all'intrappolamento di alcune fibre nervose nella cicatrice o alla presenza di un infiammazione cronica del tessuto cicatriziale. In questi casi il ricorso alle tecniche di chirurgia rigenerativa si è dimostrato molto efficace.
Queste condizioni sono caratterizzate dall’assenza o da una significativa riduzione della capacità di raggiungere l’orgasmo nonostante una adeguata fase di eccitazione. Anche in questi casi vi è spesso l'associazione di più cause psicologiche e fisiche. Tra queste ultime le più comuni sono:
La perdita di trofismo vaginale dovuta all'invecchiamento dei tessuti (vedi biorivitalizzazione vaginale);
L'allargamento dell'introito vaginale legato al parto, all'invecchiamento tissutale o al prolasso degli organi pelvici (vedi vaginoplastica);
La progressiva perdita di trofismo dei muscoli del pavimento pelvico (vedi sex gym);
La presenza di cicatrici post-chirugiche o in seguito ad episiotomia o lacerazioni durante il parto (vedi correzione cicatrici vaginali)
L'allargamento dell'introito vaginale in seguito al parto, ad una lassità del tessuto collagene o all'invecchiamento dei tessuti porta alla riduzione della sensibilità vaginale con una riduzione del piacere durante l'atto sessuale che può arrivare fino alle alterazioni della fase dell'orgasmo. Questa condizione che di solito si associa ad una riduzione della lubrificazione vaginale (perdita del trofismo) è molto frequente nelle donne sopra i 40 anni ed è spesso alla base delle crisi di coppia legate a disturbi dell'attività sessuale. Questo anche perchè l'allargamento dell'introito vaginale riduce anche il piacere del partner durante l'atto sessuale.
Il restringimento dell'introito vaginale è infatti l'intervento chirurgico estetico-funzionale più eseguito a livello vaginale negli USA. (vedi vaginoplastica);
Un ruolo importante nel trattamento di questo disturbo è riservato anche alla riabilitazione del pavimento pelvico che migliorando il trofismo dei muscoli vestibolari della vagina consente di ridurre l'ampiezza dell'introito vaginale incrementando la sensibilità.
La dissinergia abdomino-pelvica è caratterizzata da un incoordinazione dei muscoli deputati al complesso meccanismo della defecazione. Più precisamente si assiste a causa della perdita di coordinazione dei muscoli addominali e pelvici al mancato rilasciamento dei muscoli della continenza in corrispondenza della contrazione di quelli deputati alla progressione del bolo fecale.
La manifestazione clinica principale di questa condizione è ovviamente la stipsi da ostruita defecazione che spesso si associa ad altri sintomi come dolori addominali e/o pelvici, senso di peso o tensione pelvica e difficoltà o dolore durante i rapporti sessuali.
La dissinergia abdomino-pelvica è caratterizzata da una patogenesi variegata. Tra le principali cause troviamo: l'alterata sensibilità rettale, lesioni nervose da trauma o post-chirurgiche, traumi psicologici e particolari stati emotivo-ansiosi. Possiamo quindi considerare due tipi principali di dissinergia, quella psicogena e quella organica.
È evidente come debbano essere diversi gli approcci terapeutici a queste due tipologie di dissinergia. Per impostare un corretto programma terapeutico è importante identificare con precisione le cause alla base di questa patologia avvalendosi anche dell’aiuto di esami strumentali come la manometria ano-rettale, la RMN cisto-colpo-defecografia o l’elettromiografia pelvica. È quindi importante rivolgersi a centri specializzati che possano eseguire un completo iter diagnostico e quindi impostare e portare a termine un corretto piano terapeutico.
La terapia della dissinergia abdomino-pelvica è caratterizzata da 2 obiettivi: la risoluzione delle cause che l’hanno scatenata (organiche o psicologiche) ed il ripristino della coordinazione e del tono muscolare attraverso le tecniche di riabilitazione del pavimento pelvico.
È importante non confondere la dissinergia con la contrattura spastica dei muscoli pelvici o di quelli della continenza che ne provoca il mancato rilasciamento durante l’evacuazione o i rapporti sessuali. Queste condizioni che prendono il nome di Anismo (se sono coinvolti i muscoli della continenza) o di Vaginismo (se sono coinvolti i muscoli pelvici) non andrebbero confuse con la dissinergia perché anche se con questa condividono sintomi e talvolta alcune cause, la terapia è molto diversa.
Risulta evidente come la conoscenza delle basi neuro-fisiologiche e biomeccaniche del pavimento pelvico costituisca un presupposto irrinunciabile alla diagnosi e cura delle patologie del pavimento pelvico.
Il dolore pelvico cronico femminile è una condizione fortemente debilitante che altera la qualità di vita delle donne. Il dolore viene definito come dolore cronico quando questo viene avvertito per un periodo più lungo di 3 mesi e che comporta disabilità funzionale limitando le comuni attività quotidiane.
Il dolore pelvico cronico rappresenta una condizione patologica ad alta incidenza con stime che parlano di una percentuale variabile tra il 2 al 25 % della popolazione femminile tra i 18 e i 50 anni e rappresenta la causa del 10-40% di tutte le visite ginecologiche con un grande impatto sulle spese sanitarie e sulla perdita di produttività stimato in diversi milioni di euro all’anno.
Molto spesso a causa delle caratteristiche di questo dolore come insorgenza, sede e coincidenza con la ciclicità mestruale vengono valutate prevalentemente le cause ginecologiche (dismenorrea, endometriosi, cisti o torsioni ovariche, infezioni pelvice, etc.). Molto frequenti sono invece le cause non ginecologiche legate a patologie del pavimento pelvico come prolassi vescico-uterini, difficoltoso svoutamento vescicale, sindrome da defecazione ostruita e l'ipertono involontario dei muscoli pelvici.
L'ipertono involontario dei muscoli pelvici si caratterizza come un dolore pelvico-perineale che talvolta può irradiarsi alla regione lombare, genitale, inguinale o sovrapubica, al sacro-coccige ed alla radice delle cosce. Questo dolore può essere accompagnato anche a sintomi urinari, sessuali o proctologici.
Alla basae di questa condizione vi sono una errata postura, una soggettiva abitudine a contrarre i muscoli pelvici in risposta a tensioni emotive o stress, traumi o interventi pelvici o alla regione sacro-coccigea e particolari ed eccessive attività sportive.
Recentemente ha acquisito molta importanza anche l'analisi del vissuto della paziente con particolare attenzione alla presenza di abusi o violenze sessuali che si sono dimostrati strettamente connessi con questa sindrome dolorosa. Per questo è oggi irrununciabile la valutazione psicologica nel percorso diagnostico del dolore pelvico cronico.
Come è facile dedurre dalla estrema variabilità delle cause alla base del dolore pelvico cronico, l'efficacia terapeutica è strettamente legata all'individuazione delle alterazioni fisopatologiche responsabili di questa condizione. Solo un'attenta valutazione clinica e spesso anche multispecialistica può identificare con precisione le cause da trattare.
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